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Affamato

 
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Questo brontolio continuo…

…Mi abbassa ai miei istinti primitivi. L’istinto a mutilare, lacerare, squarciare la pelle per raggiungere la carne. Cibo.

Cibo.

Non ne ho avuto più da quando sono stato catturato. Vero cibo, intendo. Non questo cibo Pokémon prodotto in massa. Non c’è carne all’interno. Non è abbastanza per vivere.

Ho perso la mia dignità. Il mio orgoglio di essere lo Scyther più calmo che conosco. Sono affamato. Così affamato.

Mi manda in delirio con immagini di tutte le più grandi prede; Pidgeot, Sawsbuck, Tauros, Arbok, ho osato attaccare perfino il pericoloso Rapidash. Bramo la loro carne. Non la voglio semplicemente. Ne ho bisogno. Sono emaciato. Non ci vorrà molto prima che i miei bisogni di carnivoro prendano il sopravvento su di me. Non ci vorrà molto di più per farmi morire di fame.

E sono impacciato. Ho perso il filo della mia lama in battaglia. Dubito che il mio Allenatore lo abbia notato. Credo che sia un novizio. Se fosse più furbo, nutrirebbe correttamente i suoi Pokemon. Sono stato preso solo a causa dell’Ipnosi del suo Haunter. Non lo biasimo troppo. Soprattutto perché non posso concentrarmi su niente di diverso dal cibo ora.

Non ho parlato con nessuno degli altri suoi Pokemon. Non può averne più di sei, anche se non ho mai nemmeno incontrato gli altri.

Non penso molto a loro. Quando lo faccio, è sempre in barbariche fitte di pensiero; di fame. Penso a quanti ne posso divorare. Mi chiedo di che specie siano. Mi chiedo quanto tempo ci vorrebbe per porre fine alle loro grida così da poter mangiare in pace. Mi chiedo se sia necessario sprecare tempo ponendo fine alla loro vita prima di mettermi a mangiare.

Il mio stomaco grida perché vuole essere riempito.

Non posso combatterlo. Non per molto tempo ancora. Io ho le armi per ottenerlo. Sono fatto per la caccia. Fatto per procurare il cibo. Non ci vedo. Sono stordito. Muoio di fame. Devo mangiare. O morirò. Devo procurarmi del cibo…

Assaporo il gusto del sangue fresco appena bagna la mia lingua secca. Tremo, perfino mentre mi ingozzo, con la roba rossa ed appiccicosa che mi finisce su tutta la faccia. La carne non è nemmeno buona, ma non mi interessa, devo essere saziato. Uso le mie lame per squartare gli arti, masticando tutto ciò che è mangiabile, perfino riducendo in schegge le ossa spesse.

Mangio, mangio e mangio finché la mia frenesia inizia a sbiadire.

C-cosa sto facendo? Cosa sto mangiando?

Non riesco a pulire il sangue che ho sugli occhi, ma la faccia del ragazzo ancora riesce a scioccarmi. Non dovrebbe, in realtà. Un ricordo mi colpisce; mi libero dalla mia tranquilla Sfera, alzo le mie lame perfette pieno d’aspettativa, l’eccitazione degli spruzzi rossi, la sensazione della pelle tiepida che aspetta di essere squarciata. L’ultimo brontolio del mio stomaco mentre il suo desiderio si esaudisce. Trucido il mio Allenatore ignaro. L’ho ucciso. L’ho fatto a pezzi.

Grido di gioia animale senza felicità.

Ma non è abbastanza. L’istinto ruggente di uccidere non si è placato.

Fortunatamente per me, i suoi Pokemon devono aver intuito la scomparsa del loro Allenatore, poiché uno ad uno si liberano. Un Ariados- non commestibile, dice la mia mente. Lairon- non vale la pena di romperlo. Un Rapidash! Che delizia!

Senza pensarci due volte, le mie gambe e le mie ali entrano in azione, portandomi con le falci alzate e uno sguardo folle all’unicorno. Alla preda. La morbida, saziante carne. Il calore delle fiamme del Pokemon che cuociono il Pokemon dopo la sua morte! Il pasto più prezioso.

È pericoloso, ma non riesco a fermarmi; vicino a perdere di nuovo conoscenza in un altra frenesia di squarci. Ancora affamato. Affamato!

Registro a malapena il nitrito pieno d’ira del fiammante Rapidash. Tutto ciò che riesco a sentire è il suono sottile dei denti che bucano la pelle.

I Pokémon del mio allenatore decapitato mi circondano, attaccando senza tregua; con le lacrime agli occhi. Non ho nessuna pietà. Ho solo fame.

Squarcio tutto finché non sono così coperto di sangue che l’odore paradisiaco minaccia di farmi svenire.

Ma è anche il mio sangue, scuro e sciropposo. La cosa che odoro dopo è la pelle carbonizzata. Le mie ali sono state bruciate, e anche il resto di me, ma non riesco a sentirlo. Non riesco a sentire le bruciature pungenti, non riesco a sentire la Velenospina che mi ha colpito, non riesco a sentire l’esoscheletro distrutto della mia gamba.

Cado, incapace di reggermi in piedi, con movimenti ampi delle lame che tagliano anche me, ma non riesco a sentirlo.

Anche quando perdo conoscenza per le lacerazioni, non riesco a sentirlo. Anche quando capisco che sto morendo. Non riesco a sentirlo.

Sento solo la fame.Scyth

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