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Il museo delle cere

 
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Quel giorno la città sembrava diversa. Thomas passeggiava lungo le vie, che conosceva fin da bambino. C’era eccitazione nell’aria, fremiti, sussurri, come se fosse dovuto accadere qualcosa da un momento all’altro. Improvvisamente cominciò ad udire un leggero suono di sottofondo. Sembrava lontano, ma riusciva a percepire un ritmo. Musica? Sì, era proprio musica. E si avvicinava sempre di più. Gioia ed eccitazione pervasero il corpo del ragazzo. “IL CIRCO!” Era da anni che il circo di Foster non passava da quella zona! Oh! Avrebbe potuto vederlo di nuovo!

Foster era il vecchio proprietario del circo itinerante, ed era famosissimo tra le città, tutti lo conoscevano più o meno di persona e persino i vecchi del paese ricordavano quando da fanciulli portava il suo circo qua e là per le campagne. Questo aveva suscitato dicerie, secondo le quali il vecchio Foster avesse più di cinquecento anni.

Alcuni sospettavano che fosse un angelo venuto per portare gioia nella crisi che affliggeva il paese da decenni; altri, più scettici, credevano che la sua felicità era demoniaca. Ma Thomas non badava più alle superstizioni dei vecchi, non era più un bambino. Corse verso l’ingresso alla città, insieme alle numerose persone che come lui erano state attirate dalla musica. Pian piano, carro dopo carro, il circo entrò trionfalmente in città. A capo della parata stava il vecchio Foster, con il suo cilindro, che alzava le braccia a ritmo di musica. Sembrava quasi un giovincello eccitato. Il circo di Foster era famoso in tutta la regione. Aveva tutto ciò che un normale circo può offrire agli spettatori: animali esotici, giochi di prestigio, giocolieri ed ogni genere di stranezza e mistero. Ma ciò che più di ogni altra cosa era alla base della sua fama era il Museo delle cere.
Le statue di cera di Foster erano la cosa più meravigliosa che dei semplici paesani e contadini potessero vedere nella propria vita. Semplicemente perfette, in ogni minimo particolare. Ritraevano contadini, soldati, nobili, e anche semplici paesani, di ogni sesso ed età, ritratti in modo così realistico che ognuno si aspettava in cuor suo che scendessero dai podi su cui erano poste e incominciassero a camminare come se niente fosse. Ma il vecchio Foster sorrideva allo stupore della gente, e ripeteva: “Tutto merito dell’artista, miei cari. Alla base di una statua perfetta, ci deve essere un artista perfetto!” Ma l’artista di cui parlava non era mai stato visto da nessuno. Non usciva mai dal suo carro, ma se qualcuno si avvicinava, poteva udire chiaramente colpi di scalpello che provenivano incessantemente da là dentro.
Thomas era affascinato dalle statue. Quella sera vagò qua e là sotto il tendone del Museo delle cere, fissando i volti delle persone ritratte. Erano bellissime, tanto che, allungando la mano, si aspettava di sentire il calore della pelle, ma tutto ciò che percepiva era la fredda e liscia superficie di cera. Si chiese come venissero lavorate delle creazioni così perfette, e così decise di chiederlo direttamente al signor Foster. Costui accolse con un grande sorriso la sua domanda e incomincio con la solita : “Tutto merito dell’artista, mio caro. Alla bas…” Ma Thomas lo interruppe. Gli disse che quello lo sapeva già ma lui desiderava vedere l’artista al lavoro. Foster lo fissò con un volto imperscrutabile. “Se davvero ci tieni così tanto, vieni davanti al carro dell’artista dopo l’orario di chiusura. Ti aspetterò lì.” Thomas era al colmo della felicità. Finalmente avrebbe potuto capire il segreto di quella fattura! E, magari, avrebbe anche potuto chiedere all’artista di fabbricare una statua del tutto simile a lui. A notte inoltrata, si avvicinò al carro. Il vecchio Foster era lì che lo aspettava. “Caro ragazzo, incominciavo a temere che non saresti venuto! Seguimi, ti farò conoscere l’artista” Gli aprì la porta del carro e si rivolse nuovamente a lui. “Coraggio, entra.” “Lei non viene con me?” “Oh no, ho del lavoro da sbrigare. Faccende burocratiche. Non sai che noia.” Thomas gli sorrise ed entrò nel carro. La porta si chiuse dietro di lui.

Il mattino dopo, un amico di Thomas arrivò nei pressi del circo, cercandolo. Era sparito la sera prima, e non era più tornato a casa. Con stupore, si accorse che il circo stava facendo i bagagli. “Ma come, signor Foster, ve ne andate di già?” “Eh sì, il tempo vola, e tra una paio di giorni dobbiamo essere a Blackberry.” “Ma non è dall’altra parte della regione?” “Un motivo in più per partire al più presto”. E così dicendo gli fece l’occhiolino. Il ragazzo si allontanò passeggiando tra i tendoni, mentre gli aiutanti di Foster si davano da fare per smontare il tutto. Passò anche davanti al Museo delle cere, e si accorse che c’era qualcosa di nuovo. Una nuova statua? Sembrava un ragazzo giovane, un contadino. Si avvicinò di più e uno sguardo di terrore pervase il suo viso. La statua ritraeva il suo amico Thomas.

Ma quando lui allungò la mano e la toccò, sentì solamente la superficie fredda e liscia della cera.180px-521385_535370706503573_1207293486_n

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