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Intervento agli occhi

 
La maggior parte delle storie, tranne quelle nella categoria "Scritte da me" o "Scritte da voi" sono prese dal sito Creepypasta Italia Wiki

Fatto realmente accaduto a Irene Vanja Solimeno

Potrà sembrare strano.. Ma tutto ciò che è scritto qua, è precisamente come lo ricordo.

Anche le descrizioni, pur elaborate o sciatte che siano, sono pari pari a come ricordo.

Anche se ero piccola, lo ricordo nitidamente come fosse ieri..

 


Febbraio 2002. Ospedale di Siena. All’epoca avevo 6 anni.

 

Faceva abbastanza caldo, per essere la fine di Febbraio, e la finestra di quella stanza d’Ospedale era aperta, facendo entrare una piacevole brezza che mi accarezzava.

Ero stata operata agli occhi il giorno prima, quasi dieci ore di intervento, e in quel momento giacevo, con una pesante fasciatura che mi impediva la vista, in un letto scomodo, con qualcosa sotto la schiena.

Non vedevo nulla, ero preoccupata e agitata, e ogni volta che muovevo le pupille due fitte lancinanti mi invadevano la testa.

“Passerà, se non ci pensi!”

Aveva detto il dottore.

Ma come facevo a non pensarci?

Tentavo, con scarsi risultati, di concentrarmi sui rumori che venivano da fuori… Uccellini, automobili, gente che imprecava..

Ero sola, completamente sola, in quella stanzina che mi pareva angusta e che puzzava di un odore acre, pungente, che solo io sentivo.

“Puzza di morto” la chiamavo, ma anche le infermiere non sentivano nulla.

Mia madre era appena uscita, per chiamare le miriadi di parenti e consolarli, dicendo che era andato tutto bene, mentre mio Padre era al lavoro, e non poteva venire.

“Arrivo subito! Vado nel giardino qua davanti, perché non prende il telefono..!”

Prima di uscire, mi aveva tirato su la coperta fino al ventre, per non prendere freddo.

Avevo solo una di quelle dannate camiciole aperte sul retro, addosso.

Sentii la porta chiudersi, piano, così mi rilassai, sprofondando nel letto.

Mi sentivo inutile, impotente, morta, senza la vista.

E quell’odore, anche con la finestra aperta, persisteva..

La porta si aprì poco dopo, cigolando.

Forse mamma aveva dimenticato il telefono, sbadata com’era..

“Ciao! Tu sei Irene, vero?”

Chiese una voce maschile, che mi fece rabbrividire.

Aveva un suono strano, quasi… Quasi… Inesistente.

Sentii i passi, leggeri, avvicinarsi a me, e percepii la sua pressione sul letto, e le coperte muoversi.

Si era seduto, o almeno credo, vicino a me.

“Sì, sono io… Tu chi sei?”

Chiesi, in preda al panico.

Mamma aveva detto di non parlare con gli sconosciuti..

“Sono un Dottore, tranquilla. Sono venuto qua per vedere se l’anestesia ti ha portato qualche problemino.. Posso farti qualche domanda?”

Annuii, sentendo la sua mano toccarmi un piede, dolcemente, da sopra la coperta.

Ero piccola e ingenua, non potevo vedere se fosse davvero un dottore, quindi mi fidai subito di lui.

“ .. Come ti senti, adesso? ”

“ … Bene, solo gli occhi mi fanno male.. ”

“ Passerà, fidati! Durante l’operazione, ricordi cosa hai sognato? “

“ No..Era tutto nero.”

“ Hai avuto paura?”

Stetti in silenzio per qualche secondo.

Il dottore scriveva, sentivo la penna muoversi su qualcosa, e questo mi dava fastidio.

La cosa, però, che non riuscivo a sentire, era il suo respiro.

“Sì..”

Risposi, alla fine, congiungendo le mani e torturando le dita, imbarazzata.

“ E di cosa?”

“ Di morire..”

“ Ma i Dottori che ti hanno operata sono bravi.. I Migliori!”

Lo sentii alzarsi, muovendo le coperte, e la pressione sul letto sparì.

“ E poi, non è ancora il tuo momento, piccola..”

Disse, avvicinandosi.

Al momento pensai fosse un modo per consolarmi, o altro..

Mi baciò la fronte.

Trasalii, letteralmente.

Le sue labbra erano come due pezzi di ghiaccio, come fosse un cadavere.

Non sentivo nemmeno il suo respiro uscire dal naso..

“ Ci vediamo, Irene..”

Poi mi mise in mano un foglietto, e lo sentii allontanarsi.

“La prossima volta…”

Non riuscii a capire la fine della frase sussurrata, ormai era lontano.

Percepii il rumore della porta, mentre veniva aperta, e anche due tipi di passi differenti.

Uno usciva, l’altro entrava.

“ Tesoro, la nonna ha detto di salutarti…”

Era mia Madre, squillante come sempre, che si avvicinò lentamente al mio letto, sistemandomi quello che pensai fosse un cuscino.

“ Mamma, hai visto il dottore che è appena uscito?”

“ Irene.. Da qua non è uscito nessuno..”

Rimasi in silenzio, colta dalla più profonda paura.

Cos’era stato allora?

Cosa… cosa era successo?

Non proferii parola per tutto il giorno, nemmeno se venivo interpellata.

Pensavo a tutto quello che era successo, e involontariamente rivivevo nella mente quella scena. Fino ad impararla a memoria.

Tenevo stretto quel foglietto, senza darlo alla mamma, anche a dormire, convincendomi che tutto era successo veramente e quel foglietto era una prova.

Forse mamma era sovrapensiero e non aveva visto nulla..

In compenso, però, l’odore di morto era sparito..

 

Il giorno dopo mi tolsero le bende, e dopo qualche ora di smarrimento e dolore, riuscii finalmente a leggerne il contenuto.

Era una data, una data futura.

 

– 7 Ottobre 2011 –

 

Il mese scorso ho scoperto che quest’anno devo essere operata di nuovo.

Nello stesso Ospedale.

 

il 7 Ottobre.


Come già detto in Bacheca, non so se ho fatto bene a rendervi partecipi ma..

Il 7 ottobre si sta avvicinando e ho paura..

Una Fottuta paura di quello che succederà.

Forse, condividendola, riesco a convincermi che è una coincidenza..

Solo una coincidenza..

 

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