Home » NES Godzilla – Epilogo

NES Godzilla – Epilogo

 
La maggior parte delle storie, tranne quelle nella categoria "Scritte da me" o "Scritte da voi" sono prese dal sito Creepypasta Italia Wiki

Capitolo 7


 

Sono Zachary, e nel momento in cui scrivo questo, sono passate circa tre settimane da quella fatidica notte in cui ho giocato il gioco NES Godzilla.

Torniamo indietro a quella notte, immediatamente dopo aver spento il NES. Una volta nuovamente in grado di camminare, la prima cosa a cui ho pensato è stato di scollegare il NES, togliere la cartuccia e di metterli in due cassetti diversi.

Ho guardato verso il computer. Ho salvato tutti gli screenshot che vedete durante la storia. Ho fatto un back up di tutte le immagini in una flash drive prima di spegnere il PC, per andare sul sicuro. Dopodichè, mi sono buttato sul letto, addormentandomi immediatamente dopo. Non è stato un sonno riposante, più uno di completa spossatezza. Quando mi sono risvegliato, mi sembrava che il tempo non fosse affatto passato.

Che giornata è stata quella! Il primo pensiero che mi è venuto in mente è stato “…che diavolo è successo la notte scorsa?” Ci ho pensato per un momento, finché non mi è venuto in mente di iniziare ad indagare chiamando la persona dalla quale avevo ricevuto il gioco – Billy. L’ho quindi chiamato, chiedendogli di venire nel mio appartamento, cosa che ha fatto.

Gli ho mostrato gli screenshot e gli ho fatto un breve riassunto di quello che era successo. Inizialmente ha pensato che gli stessi facendo uno scherzo, ma si è ben presto accorto che non era così. È rimasto senza parole, dopo essersi accorto che era tutto reale. Ha subito chiarito che non aveva assolutamente manomesso il gioco e che non aveva idea di tutto questo.

Ho quindi posto a Billy una domanda ovvia: “dove lo hai preso?”. Mi ha semplicemente risposto “da un altro amico, con il quale mi scambio i giochi.” Mi ha assicurato che era una persona affidabile e che non aveva mai avuto problemi con i giochi che gli aveva dato prima. Billy ha quindi deciso di chiamarlo. Ma è rimasto anche lui scioccato e sorpreso come lo sarebbe stato chiunque altro, quando gli ha raccontato la storia, eccetto per il fatto che ha riattaccato improvvisamente. Questa via chiaramente non portava da nessuna parte.

Prima di andarsene, Billy mi ha chiesto se volevo che si si sbarazzasse della cassetta. Ho fermamente rifiutato. Mi ha chiesto come fosse possibile che volessi ancora tenere quella cosa. Gli ho semplicemente detto che dovevo riflettere e questo era quanto.

Da allora non ci siamo più parlati tanto. Anche se gli dicevo che non era il caso, ho l’impressione che Billy creda che tutto quello che è successo sia colpa sua.

Ho riflettuto a lungo, dopo aver salutato Billy quel giorno.

Era difficile per me fare qualsiasi altra cosa, in realtà. Non riuscivo a smettere di pensare al gioco, vi erano così tante domande senza risposta. Cosa ERA Red? Era veramente Melissa quella nel gioco? Come ha fatto a finire lì? Perché era tutto successo in QUEL gioco?

Ma la domanda che mi ha assalito per tante notti è stato:

“Red ha detto che ‘mi conosceva da tanto tempo’. Come?”

Sin da allora, non riesco più a togliermi di dosso la sensazione di essere osservato.

Il gioco mi ha fatto pensare a domande sulla morte e sulla realtà in modi che non avrei mai voluto. Non sono più sicuro di nulla adesso. Pensarci continuamente ben presto ha iniziato ad avere un impatto negativo sulla mia vita. A questo punto non mi importava più di nient’altro. In confronto, ogni altra cosa che facevo giorno dopo giorno sembrava inutile.

Ho infine deciso tra due cose: cercare di rigiocare il gioco, o di distruggerlo. Ho cercato di convincermi diverse volte a provare la prima opzione, ma non sono mai riuscito ad andare oltre al collegare il NES. Solo toccare la cartuccia mi faceva ricordare il dolore che avevo sentito combattendo Red.

Mi sono diverse volte chiesto quali terribili conseguenze ci sarebbero state, se io stesso avessi provato a giocarci nuovamente. Non avevo idea di come “funzionasse” questo gioco ed era troppo rischioso scoprirlo. Non ero comunque sicuro se sarei potuto sopravvivere ad un’altra partita di quel gioco.

Quindi rimaneva solo l’altra opzione. Avendo voglia di aria fresca, ho preso il gioco con me ed ho guidato verso il lago, avendo in mente di gettarvi il gioco dentro. Sono andato fino al lago con la cartuccia in mano, l’ho guardata e…mi è venuto da pensare a Melissa. Se tutto quello che avevo subito nel gioco era veramente reale, fare quello che ho fatto forse l’ha salvata da una tortura eterna. Questo gioco, in un certo senso, forse ha salvato la sua anima.

Dannazione. Sapevo anche che non sarei mai riuscito a distruggerlo. Quindi mi sono semplicemente seduto su una panchina, fissando il lago per un’oretta. Ho infine deciso per una terza opzione: vendere il gioco su E-Bay.

Potrà essere egoista, ma vi assicuro che non ha niente a che fare con il denaro. Non m’importa di quanto mi venga offerto per questo gioco, credetemi. È egoista perché non voglio più avere la responsabilità di possedere questa cartuccia. Non voglio rimuginare su questo per sempre e l’unico modo per occuparmene è di escludere il gioco dalla mia vita.

Questo mi porta alle ragioni per cui ho creato questo riassunto; la prima è registrare i dettagli finché li ricordo e la seconda è perché chiunque compri questo gioco, sappia in cosa si imbatta. Non posso garantire la sicurezza di chi lo usi, e nemmeno che qualcosa succeda davvero. Ma al nuovo proprietario del gioco, ricorda questo: stai attento. Se senti che il gioco si mette a incasinarti la testa, SPEGNI QUELLA DANNATA COSA.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.