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Snuff Movie

 
La maggior parte delle storie, tranne quelle nella categoria "Scritte da me" o "Scritte da voi" sono prese dal sito Creepypasta Italia Wiki

Hai mai visto qualcuno morire durante le riprese con una videocamera?

Uno Snuff Movie è una registrazione autentica dell’omicidio di una persona, che in seguito viene fatta circolare come forma di intrattenimento. Suicidi e incidenti non contano. Secondo le autorità, secondo le associazioni internazionali legate alla cinematografia, e persino secondo la beneamata risorsa online legata alle leggende metropolitane Snopes.com, cose come gli Snuff movie non esistono. Si, questo include anche Volti della Morte. Qualsiasi cosa possa venirti in mente a tal proposito, può essere definita falsa, fatta al computer o realizzata per uno scopo diverso, come quei video che trovi sui siti shock.

Menzogne.

Ci sono circa 30-40 snuff movie che girano nelle nostre città. Il primissimo è un film muto su nitrato di celluloide degradato, denominato “La mort d’une fille”‘ , e datato 1896.

L’ultimo, giudicando lo stile dei capelli e la t-shirt che recita Frankie Says Relax, è stato filmato tra il 1983-1984 ed è su Betamax.

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Il film varia, da scene di violenza a rituali di sesso, seguiti dall’uccisione di una ragazza dai capelli biondi e dagli occhi blu penetranti, che sembra avere 19 anni.

Ogni film ha la stessa e identica ragazza.

Il lato più eccitante della storia

Naturalmente non ci crede nessuno ai film Snuff. È una cosa troppo malata per essere reale, non è così? Nessuno con un po’ di buon senso e di sanità mentale fornirebbe simili prove della propria colpevolezza. Tantomeno ci farebbe dei soldi. Al Goldstein, editore della rivista Screw, ha fatto un’offerta sorprendente di un milione di dollari USA alla persona che riuscirà a trovare un vero film Snuff distribuito commercialmente. L’offerta è stata piazzata da anni e nessuno l’ha mai reclamata. E per un’ottima ragione.

Voglio dire, non comprereste mai una stecca di sigarette per poi rivenderla a metà del prezzo, o a un terzo, no?

E inoltre, per quanto ne so, nessuno si è mai portato uno di questi film a casa, visto che non vengono venduti alla maniera in cui pensano tutti. È un rischio troppo grosso. Si paga per vederli proiettati. Nessuno tiene mai una copia di questi film, eccetto naturalmente le persone che ne traggono profitto. Per quanto ne so, sono solo in tre, tutti uomini. In pratica, le uniche donne coinvolte in questi film sono le vittime. Non tutti i film contengono stupro o sesso di un qualche tipo, ma è piuttosto comune.

Specialmente con i pochi in cui ci sono delle ragazzine nel ruolo delle vittime.

Potrebbe sembrare un po’ strano a tutti voi, ma è ovvio; tutto questo discorso riguarda qualcosa che semplicemente non può esistere, giusto? Ad ogni modo, è una cosa molto difficile prender parte a queste proiezioni. Bisogna essere invitati, e tutti quelli che lo sono, ricevono un invito consegnato personalmente. Cioè, non tramite la posta ordinaria. Sembra che le lettere siano imbevute di una sostanza che fa dissolvere la carta dopo un certo periodo trascorso fuori dalla busta, forse a contatto con l’aria, o esposta alla luce – non lo so.

Ciò che so è queste persone sono in gamba e hanno le loro misure di sicurezza.

Se sapessero chi sono mi ucciderebbero di sicuro, magari facendomi anche diventare una …stella cinematografica. E poi verrei mostrato nel loro piccolo cinema. È un posto decisamente oscuro, visto che le uniche fonti di illuminazione sono delle candele situate attorno alla sala di proiezione. L’entrata del “cinema Snuff” è quella di una vecchia fabbrica in abbandono, che ricorda un mattatoio. La lettera conterrebbe brevi istruzioni su come raggiungerla.

Il proiettore in sé, collegato apparentemente a un lettore DVD comprato da poco, è alimentato da una batteria per automobili. Mi è stato detto che in passato, negli anni Trenta, si usava un piccolo generatore a gas. I “posti a sedere” sono gli stessi vecchi tavoli usati un tempo come banchi da macellazione. Appena la proiezione è terminata, tutti gli ospiti, al massimo una decina o giù di lì, vengono fatti uscire rapidamente attraverso tre differenti uscite a intervalli di 30 minuti. Le uscite sono diverse dall’entrata, e conducono a tunnel sotterranei, probabilmente vecchi condotti fognari, che conducono a vicoli nascosti, in punti diversi della città. Il personale, cioè i tizi che possiedono i film, spariscono in fretta, probabilmente da una quarta uscita.

Se si riuscisse a trovare la sala da proiezione, DOPO la proiezione, non si saprebbe mai che è stata usata per qualcosa di simile.

Sembra semplicemente una cella frigorifera con pareti bianche, i ganci da carne che ancora pendono dal soffitto, e naturalmente i tavoli, che ancora recano macchie di sangue vecchio e secco, niente di inaspettato.

Ci sono all’incirca 120 film Snuff da vedere solo in questo “cinema” (e ce ne sono altri in tutto il mondo, probabilmente), divisi in categorie in base alla vittima, al metodo di uccisione, alla presenza di scene di sesso (e nel caso, se queste hanno luogo prima o dopo l’uccisione), e al “livello di brutalità”. Almeno uno dei film coinvolge una donna giovane, bionda, strangolata a morte mentre viene costretta a un rapporto orale. Un altro di una ragazzina che viene sventrata, dopo essere stata drogata appena al punto di non potersi muovere, ma rimanendo cosciente.

E che sia cosciente, è possibile vederlo. E sentirlo.

Un altro ancora ha per protagonista un uomo che viene appeso a testa in giù a un gancio da carne, dopodiché gli vengono tagliati i testicoli, con un machete, e lui stesso viene costretto a ingoiarli, prima di morire dissanguato.

Potrei andare avanti per un pezzo a descrivere questi film, visto che ne ho guardati una buona parte. Perché no? Ho il denaro e me lo posso permettere. In quello più sanguinoso che ho visto c’era una donna di mezza età dai capelli scuri, alla quale venivano amputati mani, piedi, braccia e gambe, mentre era drogata, per poi venirle ricuciti alle estremità sbagliate.

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La scena successiva mostrava la donna che si contorceva per il terrore, mentre provava a stare eretta sulle braccia, che le erano state montate al posto delle gambe, fin quando cadeva a terra e vomitava. Una porta dietro di lei si apriva e una figura maschile colpiva la testa di lei con una mazza da baseball di alluminio. All’impatto, la sua testa si piegava di lato e la donna si lasciava sfuggire un gemito gorgogliante.

Poi giaceva a terra, muta, immobile.

L’angolo della ripresa cambiava e l’uomo colpiva ancora la testa della sua vittima, stavolta fracassandola e lasciandone uscire frammenti di materia cerebrale. Alla fine veniva mostrato un bambino che, piangendo, mangiava gli occhi di lei.

È stato il film che mi ha dato più soddisfazione, tra quelli che ho realizzato.

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