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La stanza 111

 
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A Cortina d’Ampezzo si trova il prestigioso e rinomato hotel Miramonti.
Durante la Seconda Guerra Mondiale il complesso fu trasformato in un ospedale militare tedesco e nel piano interrato c’erano l’obitorio e la camera di cremazione.
In questo grosso ospedale, lavorava un’infermiera che è stata denominata “Wendy”: la leggenda narra che la ragazza s’innamoró perdutamente di un soldato austriaco che una volta ristabilito tornó al fronte dove vi morì. La povera Wendy, per l’accaduto, entró in depressione e una sera tentó di suicidarsi con dei medicinali. Una collega la trovó priva di sensi e, credendola morta, fu portata all’obitorio. Dopo averla sbadatamente considerata deceduta, gl’inservienti dell’obitorio la cremarono. Una volta acceso il forno, però, un grido straziante fece sobbalzare l’intero reparto : avevano cremato Wendy, nonostante lei fosse ancora viva.
Alla fine del secondo conflitto mondiale, dopo almeno dieci anni di inattività, il complesso fu ripristinato e trasformato in un hotel di lusso.
Nei piani superiori dell’ospedale alloggiavano gl’infermieri e i medici e nell’attuale stanza 111, Wendy.
Chi ci ha dormito, come mio padre (scettico convinto,nonostante fosse il Maître della sala, pagó per dormire una settimana in quella stanza) ha potuto vivere esperienze a stretto contatto con il paranormale o per lo meno, con qualcosa di veramente inspiegabile.
Una notte, mio padre, si svegliò di soprassalto per colpa di rumori provenienti da dentro alla stanza, ma tutto ciò che vide furono delle tende muoversi… Si alzò dal letto e andò in bagno lasciando la porta aperta. Lavandosi le mani, alzó lo sguardo e dal grande specchio dinnanzi a lui, vide una sagoma con un berretto da crocerossina attraversare la stanza e immediatamente dopo un tonfo. Incredulo e spaventato, uscì dal bagno e trovó la porta principale della camera (che era chiusa a chiave) spalancata.
Uscì in corridoio ma non c’era assolutamente nulla. Il vuoto. Spaventatissimo tornò in camera e chiuse la porta a chiave, di nuovo.
Tornato a dormire, fu svegliato da una corrente gelida sulla schiena e aprì gli occhi : le coperte del letto erano state spinte a terra e lui era scoperto.
La mattina seguente parló con il suo amico nonché direttore (ai tempi… Parlo degli anni 8’0) del Miramonti Giorgio Borgonovo che con un video gli illustrò quello che il suo cucciolo di Labrador, Prince, faceva durante la notte: inseguiva continuamente per la sala principale dell’hotel una pallina, mossa da qualcosa di invisibile.
Gli raccontò, inoltre, dell’esperienza vissuta dal portiere di notte : il ragazzo, dopo aver lucidato una statuetta risalente agli anni ’40, fu letteralmente scaraventata a terra. La raccolse e la rimise sul bancone. La statuetta, un’altra volta cadde, e questa volta si ruppe, nonostante fosse di metallo.
Questa è una delle tante esperienze vissute da mio padre quando ha lavorato in questo Hotel. Ho volutamente scritto i nomi dell’hotel e del direttore, nel caso voleste cercare informazioni. Inoltre, invito chi legge questo scritto, di provare a passare almeno 2 notti nella stanza 111.

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