La terra aveva appena completato un giro attorno alla sua stella dalla prima volta che io vidi la mia di stella. Una mia amica me la presentò in modo che potesse aiutarmi con una ragazza. Strano come le cose che ci rendono più felici siano le meno aspettate.
Dopo l’incidente d’auto Grace rimase in coma.
La prima volta che la vidi in ospedale scoppiai a piangere, incapace di contenere la rabbia e la tristezza e la speranza che mi percuotevano il corpo e la mente nel vederla in quello stato. Mi avvicinai e le strinsi la mano, sperando di sentire anche solo una lieve pressione in risposta. Questo non accadde.
La andai a trovare ogni giorno, ed ogni giorno le stringevo la mano. Rimanevo li per ore a parlarle della mia vita e del nulla.
Il giorno che sentii la mano stringersi era passato circa un mese dall’incidente. Saltai dallo spavento. Lei aprì gli occhi accompagnandoli con un sorriso.
Dopo due settimane di controlli finalmente uscì dall’ospedale.
La accompagnai io a casa. Quando l’ora si era fatta tarda tornai a casa e non aspettai un secondo per richiamarla in modo da sentire la sua splendida voce.
Presi il telefono e senza pensarci lo misi all’orecchio. Parlammo per più di un’ora. Quando tolsi il telefono dall’orecchio per attaccare notai una cosa.
Il telefono era spento.