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La mummia di Otzi

 
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La mummia fu rinvenuta nel ghiacciaio di Schnalstal nelle Alpi dell’Ötztal il 19 settembre 1991 da due turisti tedeschi, Erika e Helmut Simon, durante un’escursione. La coppia proveniva da Norimberga, nella Germania del sud, e stava camminando presso il Passo Hauslabjoch, a circa 3200 metri di quota, quando notò una testa e una spalla sbucare dal ghiaccio, pensando, inizialmente, si trattasse di un escursionista morto.

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Foto Autentica

Si dice che questa foto, scattata dall’escursionista tedesco Helmut Simon scatenò una maledizione. Infatti la maggior parte delle persone che erano state a contatto con la mummia morirono nell’arco di 20 anni in condizioni misteriose.

  • La prima vittima della maledizione fu il dottor Rainer Henn, morto all’età di 64 anni. Era un patologo legale, dell’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Innsbruck. Fu a capo della squadra che esaminò il corpo di Ötzi, sollevò egli stesso il corpo a mani nude e lo depose in un sacco per cadaveri. Morì a causa di uno scontro frontale in auto nel luglio 1992, mentre si stava recando a una conferenza per presentare nuove ricerche su Ötzi.
  • Kurt Fritz morì nel 1993 poco tempo dopo Henn, all’età di 52 anni. Era un esperto scalatore, che aveva condotto Henn e la sua squadra al corpo di Ötzi. Fu l’unico membro della sua squadra a essere ucciso da una valanga, in una regione con cui si pensava avesse familiarità. Aveva ricevuto finanziamenti per la sua connessione con la scoperta e organizzava dei tour al luogo del ritrovamento. In realtà non è certo che abbia guidato la spedizione, così come non è certo che abbia scoperto il volto della mummia quando era ricoperta dal ghiaccio. Stranamente infatti il suo nome non viene menzionato nel libro Iceman: Uncovering the Life and Times of a Prehistoric Man Found in an Alpine Glacier di Brenda Fowler.
  • L’australiano Rainer Hoelzl, di 47 anni, fu la terza vittima. Era un giornalista che aveva filmato un documentario esclusivo sulla rimozione del corpo di Ötzi dal ghiaccio per la televisione austriaca, che venne trasmesso in tutto il mondo. Alcuni mesi più tardi contrasse una malattia misteriosa, forse un tumore al cervello, e morì soffrendo qualche tempo dopo, nel febbraio 2004. Sono trascorsi circa undici anni dalla morte precedente.
  • Il turista tedesco Helmut Simon morì nel 2004 all’età di 67 anni e fu la quarta vittima. Era stato Simon che, assieme a sua moglie, aveva scoperto il corpo di Ötzi nel 1991, durante un’escursione nelle Alpi. Tornò in quella regione da solo nell’ottobre 2004, per festeggiare la vittoria di una battaglia legale che gli aveva riconosciuto la somma di 50.000 sterline come scopritore della mummia. Quando non fece ritorno, furono allertati i soccorsi. Le condizioni del tempo erano peggiorate e avevano fatto precipitare Simon in un crepaccio profondo quasi 100 metri. Il suo corpo fu trovato tre settimane dopo, coperto di ghiaccio come la mummia che aveva scoperto, a circa 200 metri dal punto in cui era morto Ötzi. Non aveva ancora firmato i documenti legali per l’assegnazione della somma, così sua moglie non ricevette mai quel denaro.
  • Il capo della squadra di soccorritori che aveva cercato Simon, la quarantacinquenne Dieter Warnecke, fu la quinta vittima. Morì d’infarto, sebbene fosse in perfetta salute secondo i suoi familiari. La sua morte avvenne meno di un’ora dopo che Simon fosse sepolto.
  • La sesta vittima fu il professor Friedrich Tiefenbrunner, morto nel gennaio 2005 durante un’operazione a cuore aperto. Faceva parte della squadra di Spindler e aveva scoperto un metodo per proteggere la mummia contro gli attacchi di funghi e batteri.
  • Konrad Spindler, di 66 anni, era un esperto di primo piano di Ötzi e fu il primo a ispezionare il corpo della mummia. Soffriva di sclerosi laterale amiotrofica e nell’aprile 2005 le sue condizioni aggravate lo portarono alla morte. Aveva scarsa considerazione della teoria della “maledizione di Ötzi”. «Penso che sia un mucchio di spazzatura. È solo una gonfiatura mediatica. Di sicuro ora diranno che io sarò il prossimo» disse Spindler. Morì circa 6 mesi dopo.
  • Il dottor Tom Loy fu l’ottava e ultima vittima e morì all’età di 63 anni, nel novembre 2005, prima di terminare un libro su Ötzi. Era il direttore dei Laboratori di Scienze archeologiche all’Istituto di Bioscienza Molecolare dell’Università del Queensland. Anch’egli in molte occasioni entrò in contatto fisico con la mummia. Aveva identificato residui di sangue umano sulla mantella di pelliccia di Ötzi e sangue di qualche animale sulle sue frecce. La sua morte fu una sorpresa per la famiglia, sebbene sembra che soffrisse di una patologia pregressa del sangue da 12 anni, che gli fu diagnosticata poco dopo le analisi della mummia.

In tutte queste morti si riscontrano senz’altro elementi che riconducono al concetto e all’immaginario delle maledizioni, primo fra tutti il fatto che tutte le vittime erano entrate in contatto con la mummia. Ma a ostacolare questo elemento c’è un lungo elenco di studiosi che hanno eseguito analisi ed esami sul corpo mummificato di Ötzi.

  1. Rainer Henn capeggiò la squadra incaricata di prelevare la mummia
  2. Kurt Fritz aveva guidato quella squadra e organizzava tour al luogo del ritrovamento
  3. Rainer Hoelzl aveva filmato la rimozione della mummia
  4. Helmut Simon fu lo scopritore e voleva guadagnare con quella scoperta
  5. Dieter Warnecke capeggiò la squadra di soccorritori che cercava Simon
  6. Friedrich Tiefenbrunner aveva trovato un modo per conservare meglio la mummia
  7. Konrad Spindler ispezionò per primo il corpo mummificato
  8. Tom Loy stava finendo un libro su Ötzi

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