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Category: Lunga

Fakebook

Tom si maledisse per l'ennesima volta; aveva dimenticato di mettere in silenzioso il cellulare e ora l'avviso di una serie di messaggi su WhatsApp gli stava facendo perdere le staffe. E chi poteva essere se non quei pazzi dei suoi compagni di band?

Erano le sette meno cinque, decisamente troppo presto. Del resto il pullman sarebbe passato alle otto meno dieci, quindi lui voleva sfruttare tutto il tempo che aveva a disposizione per crogiolarsi nel caldo accogliente delle coperte.

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Lacrimae

L’uomo s’affrettò lungo la sterrata che dal paese lo portava alla sua casa in aperta campagna. S’era attardato a una taverna a bere e speculare con alcuni amici sul vecchio Mathias e adesso le ombre sul terreno s’erano allungate tremendamente. Finché era stato in compagnia, seduto nel locale riscaldato da un grosso camino, aveva riso assieme agli altri dei rumori e delle voci che provenivano dalla casa. Il vecchio viveva solo, un uomo d’età indecifrabile, sempre impeccabilmente vestito. Si diceva fosse stato un professore, anni prima, ma adesso era divenuto una sorta di recluso che non usciva quasi mai da quel suo rifugio nascosto dal bosco. Eppure talvolta, passando vicino a quell’antica costruzione, qualcuno aveva udito piangere. Un lamento sommesso, quasi sussurrato, seguito da altri suoni. Nessuno aveva mai dato una precisa descrizione di ciò che aveva sentito, neanche l’uomo che ora si vedeva costretto a passare davanti a quella casa con la notte che l’inseguiva senza tregua...

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Il dottore

Stanza bianca: un classico.

Sarebbe completamente bianca se non mi avessero concesso l’uso dei pennarelli.

La parete intorno alla porta della stanza è piena di segni. Per l’esattezza duemila novecento ottantotto segni rossi. Uso solo quel colore. Oramai me ne avranno dati una decina. Le infermiere continuano a cercare di convincermi ad usare altri colori, ma non voglio, voglio solo quel colore, posso usare SOLO quel colore...

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L’accordo

Drin Drin!

Amelia stava ancora finendo la sua colazione, le scocciava parecchio andare ad aprire la porta. Guardò attraverso lo spioncino per vedere se fosse uno scocciatore, ma non vide nulla se non il giardino di fronte a casa. “Ancora quei dannati ragazzini, si divertono con poco” pensò tra sé e sé...

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1999

Questa frase mi riporta indietro al periodo in cui frequentavo la scuola materna, all'età di 5 anni, quando leggevamo ad alta voce la data scritta alla lavagna ogni singolo giorno. L'anno 1999 è come una macchia nella mia memoria, un ricordo che non andrà mai via, non importa quanto io provi a dimenticarlo. Il 1999 fu l'anno in cui persi il mio primo dentino e salii per la prima volta su un aereo, ma fu anche segnato dalla precoce perdita della mia innocenza di bambino...

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