Home » Memorie di un mancato omicida

Memorie di un mancato omicida

 
La maggior parte delle storie, tranne quelle nella categoria "Scritte da me" o "Scritte da voi" sono prese dal sito Creepypasta Italia Wiki

Mi chiamo Malcolm Walker, ho 21 anni e questa, purtroppo, è una storia realmente accaduta che ha sconvolto per sempre la mia vita, conducendomi nel luogo in cui oggi mi ritrovo costretto…

Tutto è cominciato due mesi fa, ad ottobre. Girovagando per i negozi del mio paese, mi capitò d’entrare in uno piuttosto particolare, nel quale si vendevano oggetti alquanto strani. Tra le varie diavolerie in vendita, un oggetto catturò la mia attenzione; era una tavoletta Ouija… Un mio vecchio compagno di scuola me ne parlò quando andavo al liceo. Mi disse che mediante questa tavoletta, la gente poteva entrare in contatto con degli spiriti, venire a conoscenza del proprio avvenire e cose del genere. Mi raccontò pure che nel corso dei decenni, questo tipo di tavoletta aveva però distrutto le vite di moltissime persone in giro per il mondo…

Oh ragazzi, quanto fui sbadato a comprare quella tavoletta.

Perché la comprai? Per stupidità, forse. O meglio, per curiosità, per senso dell’avventura… Quando tornai a casa, mia sorella Eileen fu assai incuriosita dell’oggetto che comprai. A quanto pare, ne aveva già sentito parlare in lungo e in largo su Internet, ma evidentemente se ne infischiava dell’alone di sventura che avvolgeva la tavoletta. Io stesso, in quel periodo, non mi rendevo nemmeno conto di cosa avessi appena portato a casa…

E se solo me ne fossi reso conto…

21 ottobre

Verso le 23:00, io e mia sorella “giocammo” con la tavola Ouija. Spegnemmo la luce della nostra stanza e, al lume di qualche candela, iniziammo una sessione. Le mie mani e quelle di mia sorella erano sulla planchette. Non so davvero spiegare come fosse possibile, ma la planchette iniziò a muoversi da sé. Chiesi a mia sorella che razza di scherzo mi stesse facendo, ma lei ribadì più volte che non la stava affatto muovendo…

Evidentemente, una presenza nella stanza stava muovendo la planchette in senso circolare. Io e mia sorella iniziammo con qualche domanda astrusa, del tipo “chi sarà il mio futuro fidanzato/a?”, “che lavoro farò?”, ecc. Molte stupidaggini.

Ma nel fervore dell’adrenalina, mia sorella, scherzando, chiese alla tavola se io sarei mai divenuto un assassino…

Una goccia gelida mi attraversò la schiena quando la planchette si posizionò su “Yes”…

Non volemmo credere ai nostri occhi… Ma quello che ci fu rivelato sarebbe presto divenuto, purtroppo, un destino inevitabile. La tavoletta aveva “scelto” la sorte…

Mia sorella, per indagare ulteriormente, chiese ancora: “Quando avverrà l’omicidio?” La tavoletta rispose “30 days”… Un arco temporale di circa un mese…

Quando io tentai di chiedere alla tavola chi sarebbe stata la malcapitata vittima del mio delitto, mia sorella, presa dall’angoscia e dall’isteria, afferrò la tavoletta e la scaraventò fuori dalla finestra.

La tavola Ouija andò in frantumi… Ma la cosa più raccapricciante è che la sessione fu interrotta in modo scorretto e ciò portò, nelle settimane successive, ad eventi sempre più sventurati ai danni della mia famiglia. Ancora non riesco a credere a come sia possibile tutto questo.

27 ottobre

Mio padre, una settimana dopo, ebbe diverse inaspettate divergenze coi suoi colleghi di lavoro e, senza dire niente a noi suoi familiari, diede le dimissioni, mandando in rovina le finanze della nostra famiglia.

30 ottobre

Quella mattina, mia madre fu disgraziatamente uccisa, mentre usciva dal proprio ufficio; fu colpita da un uomo che si era gettato dal 17° piano del palazzo in cui lei lavorava, cadendo su di essa, uccidendola sul colpo… Fu un trauma che la mia famiglia non ha ancora sorpassato.

Le cose, da quel momento, iniziarono a farsi davvero inquietanti.

3 novembre

Agli inizi di novembre, mia sorella fu colpita da una gravissima quanto remota malattia proveniente dal sud-est asiatico. Era ridotta malissimo…

Non riuscivo a comprendere come questi eventi fossero così vicini tra loro e come la più nera sfortuna stesse dilaniando la mia famiglia… A me, personalmente, non era ancora capitato nulla… Non ancora.

Ripensai a quella notte, quando la tavoletta Ouija rivelò il mio futuro omicidiario…

14 novembre

Attorno la metà del mese, fui colto da un’imprevista ed infondata rabbia verso il mondo. Non capivo come fosse possibile, ma mi sentivo sprezzante verso tutto e verso tutti. Il mondo, le sue regole e la sua morale, di punto in bianco mi parvero prive di senso. Anzi, dentro di me mi vergognavo di fare del “bene”.

Iniziai, così, a rubare, inosservato, gli oggetti più disparati nei vari negozi, non per “risparmiare”, ma semplicemente per il piacere di farlo. Ero divenuto improvvisamente un cleptomane. Ci godevo proprio, insomma.

Ma, ahimè, quello fu solo l’inizio della distruzione della mia persona…

La stessa notte, feci un sogno. Potrei ora definirlo un “incubo”, ma in quel momento lo trovai spaventosamente meraviglioso. Nel sogno, stavo camminando in un lungo ed interminabile corridoio. Ad un certo punto, giunsi in una stanza colorata di un rosso acceso. Sul pavimento giaceva una quantità impressionante di cadaveri ricoperti di sangue e dalla pelle parzialmente scuoiata. A molti di essi era stato fatto lo scalpo e avevano il cervello fuoriuscente dal cranio.

Devo dire che la cosa più inquietante è che questo macabro spettacolo mi eccitava sessualmente…

Camminando tra i cadaveri, ne riconobbi tre in particolare; quelli di mia madre, di mio padre e di mia sorella. Loro, a differenza di tutti gli altri, respiravano ancora, avvolti in un’inimmaginabile agonia. Guardai la mia mano destra; stavo impugnando un martello. Nella mano sinistra, avevo, invece, un lungo coltellaccio da macellaio.

D’un tratto, un brivido attraversò il mio corpo come corrente elettrica. Ero così eccitato che mi scagliai sui corpi dei miei genitori massacrandoli con una pioggia di martellate e coltellate alternate su tutte le parti dei loro corpi, soprattutto nei loro crani e nei loro genitali.

Nel sogno, vedendo il sangue guizzare copiosamente, divenni sempre più elettrizzato. Martellai e accoltellai sempre più velocemente, in un raptus senza fine, ancora, ancora e ancora…

La mattina dopo il sogno, ero bagnato. Potrà sembrarvi ironico, ma questo dettaglio è invece la prova di un’evidente degenerazione della mia etica. La mia nuova “morale” era ora imperniata sul piacere sessuale alimentato dalla violenza pura…

Era tutto stranissimo.

Come potevo, nell’arco di così poco tempo, passare da un bravo ragazzo com’ero, bravo nella scuola e nella vita, ad una bestia assetata di sangue? In quelle giornate, il mio nuovo mezzo attraverso cui masturbarmi non fu nemmeno più la pornografia, bensì dei film snuff da me rubati, ove la gente veniva torturata, vivisezionata e uccisa per davvero per poi stuprarne e smembrarne i cadaveri…

La tavoletta Ouija stava compiendo il suo scopo nella mia vita.

19 novembre

Mancavano circa 2 giorni al fatidico 30° giorno predetto dalla tavola. Ancora non sapevo chi avrei dovuto uccidere… L’unica cosa che sapevo con assoluta certezza è che non vedevo l’ora di scoprirlo…

Quella sera, ero a casa da solo. Mio padre stava quasi tutto il suo tempo ad assistere mia sorella in clinica. In un dato momento, il campanello di casa mia inizia a suonare incessantemente, senza mai intervallarsi. Non capivo chi diavolo potesse essere così sventato da incollarsi il dito al tasto del campanello. Guardando fuori dalla finestra, vidi che davanti al cancello non c’era nessuno… Credevo che qualcuno avesse attaccato un nastro adesivo al campanello, ma quando uscii per accertarmene, il campanello smise di suonare. Non c’era niente di attaccato su di esso. Solo una scritta con un liquido rosso molto simile al sangue: diceva S!S.

Ci riflettei. Poi m’illuminai; “S!S” stava per “SISTER”… Avevo capito chi era la mia vittima… Finalmente l’avevo capito…

Mi organizzai. Presi, da casa mia, un martello e un coltello da cucina, proprio come nel mio sogno. Di lì a poco, mi incamminai verso la clinica ove era ricoverata mia sorella, nascondendo sotto la mia felpa nera gli attrezzi del mio nefando operato…

Raggiunsi la clinica. Per evitare la sorveglianza all’entrata, entrai dal retro. Elusi le telecamere coprendomi il volto con il cappuccio della felpa ed entrai nel primo ascensore per arrivare all’ultimo piano della clinica, dove si trovava mia sorella. Il corridoio era vuoto e oscuro, ma una luce fiocca vicina all’uscita d’emergenza illuminava la porta della stanza di mia sorella. La mia intenzione era di sventrarla lentamente e poi sodomizzarne la salma…

Il cuore mi batteva così forte… Non vedevo l’ora, ero emozionatissimo.

Vidi mio padre uscire dalla stanza per prendersi una pausa sigaretta in sala d’attesa, dall’altra parte del corridoio. Era il momento di agire. Quando entrai, mia sorella Eileen si voltò verso me. Mi sorrise, contenta di vedermi…

Una manciata di secondi fu sufficiente a farle scomparire per sempre quel sorriso dalla faccia…

Piombai su di lei distruggendo letteralmente il suo corpo, prima fratturandole gli arti e il cranio, poi sferrandole quasi una ventina di coltellate… Agivo come in una sorta di trance; mi sembrava un sogno… Non sono mai stato così talmente eccitato in tutta la mia vita, tant’è che mentre l’aggredivo, stavo contemporaneamente avendo un forte orgasmo, seppure per l’ultima volta…

Mio padre irruppe nella stanza, udendo le urla di violentissimo dolore di mia sorella. Con l’aiuto di altri infermieri, riuscì ad immobilizzarmi e la polizia arrivò nell’arco di alcuni minuti.

Quando lo spettacolo era finito, io ero in manette e mia sorella fu immediatamente ricoverata in terapia intensiva.

Rimane un miracolo il fatto che Eileen riuscì ugualmente a salvarsi, nonostante le gravissime condizioni in cui versava per mano mia…

Fui così accusato del tentato omicidio della mia sorellina Eileen…

Ed eccomi qui, rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Cleveland.

Ora, solo il fato conosce quello che avrà in serbo per me la giustizia. E tutt’oggi dovrei solo ringraziare mio padre di aver impedito alla profezia della tavoletta Ouija di avverarsi nella sua piena completezza…

Diversi mesi dopo, da un articolo di giornale

<Stamane, nel carcere di massima sicurezza di Cleveland, Ohio è stato rinvenuto il corpo privo di vita del giovane mancato omicida Malcolm Walker, di anni 21, reo d’aver cercato di uccidere brutalmente sua sorella minore Eileen Walker, di anni 18. Il ragazzo era stato, da circa tre giorni, condannato a una pena di 45 anni di carcere più altri 10 in misura di sicurezza in ospedale psichiatrico giudiziario. La polizia penitenziaria ha successivamente scoperto che Malcolm aveva usufruito di un cucchiaio piegato per strangolarsi conficcandoselo in gola.>

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.